Le recenti proposte della Commissione Europea per rendere l’industria europea più competitiva sono state al centro della riunione del Consiglio sulla Competitività dell’Unione Europea del 12 marzo 2025.
Il dibattito si è soffermato sulle misure e strategie per spingere l’economia del continente verso un futuro sostenibile e innovativo.
Le discussioni si sono aperte con un focus sulla pubblicazione recente della Bussola della competitività e del Clean Industrial Deal. Questi documenti, pubblicati dalla Commissione Europea il 29 gennaio e il 26 febbraio 2025, propongono una serie di azioni che mirano alla decarbonizzazione dell’economia europea e al rafforzamento della competitività industriale e sono stati oggi al centro dell’attenzione dei ministri dei paesi membri. Per l’Italia era presente il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso.
I ministri hanno espresso ampio sostegno alle misure proposte che mirano a raggiungere diversi obiettivi: la decarbonizzazione, l’incremento della competitività industriale, l’adozione di un’economia circolare per il recupero di materiali critici e la riduzione dei rifiuti, la diversificazione delle fonti energetiche, l’aumento degli investimenti nelle reti e nelle infrastrutture di stoccaggio, la creazione di mercati leader per i prodotti verdi (inclusi gli appalti pubblici), la creazione di posti di lavoro di alta qualità, la protezione delle competenze, la prevenzione della frammentazione del mercato unico e la stipula di accordi internazionali per garantire l’accesso alle materie prime, alle catene di approvvigionamento e al libero scambio.
Paszyk: “L’industria europea sta affrontando la tempesta perfetta”
Krzysztof Paszyk, il ministro polacco per lo sviluppo economico e la tecnologia, ha sottolineato nel suo intervento che l’economia europea si trova a un punto di svolta: “La nostra industria sta affrontando una tempesta perfetta: prezzi energetici elevati, concorrenza sleale da paesi terzi e un divario crescente di innovazione con i nostri rivali globali. Oggi, raccogliamo il testimone dalla Commissione. È tempo di passare dalle parole ai fatti, dal dibattito alle soluzioni reali. C’è ancora molto da fare, ma siamo sulla strada giusta per liberare il pieno potenziale dell’economia europea”, ha detto Paszyk, ribadendo di fatto la necessità di trasformare le parole in azioni concrete.
Sulla stessa frequenza anche le parole di Urso: “Il Clean Industrial Deal va rapidamente tradotto in azioni concrete, con tempi certi e risorse adeguate”, ha detto il ministro italiano.
La discussione sul pacchetto Omnibus
Le semplificazioni normative sono state al centro della discussione relativa all’introduzione dei pacchetti “Omnibus”. Presentati dalla Commissione il 26 febbraio, insieme al Clean Industrial Deal, questi pacchetti promettono una riduzione significativa degli obblighi di rendicontazione per le aziende, mirando a semplificare in modo rapido le normative a livello europeo e nazionale. Sul punto Urso ha sottolineato la necessità di una rapida semplificazione normativa per rafforzare la competitività delle imprese, evidenziando quanto sia essenziale ridurre gli oneri amministrativi per le imprese e le PMI. Il Ministro ha richiamato l’impegno annunciato dalla Commissione europea, che punta a ridurre del 25% gli oneri amministrativi per le imprese e del 35% per le PMI. “Siamo pronti a sostenere un’azione ambiziosa della Commissione – ha dichiarato Urso – ma chiediamo che si proceda con un approccio concreto e misurabile. L’Europa deve diventare il luogo dove le imprese hanno fiducia ad investire e crescere”.
Il CBAM
Nell’incontro si è parlato anche del CBAM, il meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera, lo strumento messo a punto dall’UE per stabilire un prezzo equo per la CO2 dei beni ad alta intensità di carbonio che entrano nell’UE e incoraggiare una produzione più pulita nei paesi extra-UE. I ministri hanno discusso di come migliorare la regolamentazione del CBAM, riducendo gli oneri amministrativi e contrastando le pratiche di elusione.
L’Italia è tra i principali Paesi che richiedono una revisione urgente del CBAM per proteggere la competitività di industrie chiave come quella siderurgica e chimica. Urso ha evidenziato l’importanza di un intervento strutturale per rendere il CBAM più efficace: “È necessario procedere sin da subito a una revisione strutturale del CBAM, per renderlo davvero efficace contro pratiche elusive e, allo stesso tempo, capace di proteggere la produzione e l’export europeo, che si distingue per l’uso delle tecnologie più avanzate e sostenibili”, ha detto. Urso ha poi ricordato che l’Italia ha presentato a dicembre un non-paper sul tema, condiviso da Austria, Bulgaria, Polonia, Grecia e Cipro, realizzando così un’alleanza che punta a garantire una decarbonizzazione sostenibile dei settori industriali più esposti alla concorrenza globale – come acciaio, chimica, alluminio e cemento – e a prevenire il rischio di delocalizzazioni produttive verso Paesi extra-UE. “Difendere le nostre filiere produttive – ha spiegato Urso – significa rafforzare l’autonomia strategica europea, contemperando gli obiettivi climatici e le necessità dell’industria. La chimica verde e la siderurgia decarbonizzata sono i pilastri su cui costruire questa nuova competitività”.
Fari puntati su Automotive e Chimica
Il Competitiveness Council ha dedicato particolare attenzione a due settori strategici per l’economia europea: l’automotive e la chimica. E’ stata discussa la proposta della Commissione contenuta nel “Piano d’azione industriale per il settore automobilistico europeo“. Sul punto il ministro Urso ha ribadito la posizione dell’Italia sul rilancio del settore automotive, pilastro dell’industria europea: “È fondamentale affermare il principio di neutralità tecnologica, che deve includere pienamente anche i biocarburanti e l’idrogeno”, ha spiegato Urso, sottolineando l’urgenza di prevedere risorse finanziarie comuni per stimolare la domanda di vetture Made in Europe.
Altre delegazioni (Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Paesi bassi, Romania, Slovacchia e Spagna) hanno invece sollevato la questione della crisi che sta attraversando l’industria chimica, con un calo della produzione del 12% e il rischio di perdere 50.000 posti di lavoro nel settore petrolchimico. È stata proposta l’adozione di misure specifiche per sostenere il settore chimico, inclusa la creazione di un “Regolamento sui prodotti chimici critici dell’UE”.
Servizi e e-commerce
Un altro tema centrale del Consiglio è stato il futuro del mercato unico, con particolare attenzione alla strategia orizzontale e al piano d’azione per i servizi. La discussione, basata sul rapporto annuale sul mercato unico e la competitività (ASMCR), ha fornito input concreti per la nuova strategia, prevista per maggio. I ministri hanno concordato sulla necessità di una tabella di marcia per i servizi, con obiettivi chiari e scadenze precise.
La mobilità dei lavoratori e il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali sono stati identificati come elementi chiave per l’integrazione del mercato unico. Numerose delegazioni hanno sottolineato l’importanza di processi di autorizzazione efficienti, del settore delle costruzioni e dell’attuazione coerente delle norme UE, in particolare della direttiva sui servizi. L’utilizzo di strumenti digitali per potenziare l’integrazione dei servizi è stato inoltre considerato fondamentale.
I ministri hanno discusso anche della comunicazione della Commissione su un toolkit completo dell’UE per un e-commerce sicuro e sostenibile. Questo strumento mira a garantire che il commercio elettronico non solo prosperi, ma lo faccia in modo da rispettare gli standard di sicurezza e sostenibilità, integrando le nuove tecnologie e proteggendo i consumatori.
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