Banca Popolare di Sondrio: «Avanti da soli, a modo nostro»


“Avanti a modo nostro”, in ottica stand alone. È racchiuso in queste poche parole, nel motto scelto per identificare il nuovo piano industriale 2025-2027 il senso della strategia della Banca popolare di Sondrio per l’oggi e per il domani, intanto il prossimo triennio.

Un claim -“Our Way Forward” – che mira a sottolineare non solo la linea da seguire, ma anche il modo particolare in cui l’istituto di credito di piazza Garibaldi intende farlo attraverso cioè i tratti distintivi del fare banca su cui il piano insiste.

È stato Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale presentando il documento insieme al direttore finanziario Massimo Perona, mercoledì mattina a chiarire ciò che sta dietro il nuovo piano industriale che punta ad obiettivi «ambiziosi, ma credibili», che fa leva sulla storia, sulla cultura e sul radicamento nei territori in cui opera l’istituto di credito e su quel modo di fare banca così peculiare, che ha consentito di raggiungere un posizionamento solido e negli ultimi 15 anni di raddoppiare «la nostra dimensione mantenendo nel contempo un presidio oculato del territorio».

«La nostra banca è da oltre 150 anni una realtà indipendente che fa dell’efficienza operativa, della propria particolare cultura aziendale, del radicamento nei territori e della vicinanza alla clientela la propria cifra distintiva – ha ricordato Pedranzini -. Questa è sempre stata la nostra mission: essere un partner fidato e affidabile. Abbiamo sempre portato a termine questo obiettivo proprio grazie al modello di business che ci contraddistingue e che continua a darci un vantaggio competitivo rispetto a tutti i nostri principali competitor come testimoniano i risultati». Ed è proprio partendo da questa consapevolezza che la Popolare si pone obiettivi ambiziosi anche per il prossimo triennio.

«Il nuovo piano industriale posiziona il nostro istituto quale banca resiliente, solida, in grado di distribuire ancora più valore ai propri azionisti, sempre su base stand alone – ha ribadito Pedranzini -. Puntiamo a un Roe del 14% riflesso in un utile netto pari a 580 milioni di euro nel 2027, tutto ciò preservando la qualità del credito e la posizione patrimoniale e ribadendo l’efficienza operativa. Il nostro obiettivo di payout all’85% è sostenibile e in crescita e corrisponde a circa a 1,5 miliardi di euro di dividendi in 3 anni. Questo piano focalizza la nostra proposta di incremento nella generazione di valore in chiave stand alone in piena coerenza con la nostra storia di sviluppo e di crescita». Gli obiettivi del piano trovano infatti fondamento nel modello di business distintivo della banca. «Siamo il quarto istituto per sportelli in Lombardia e con anche un solido presidio nell’area di Roma – ha ricordato il ceo -. Abbiamo un importante posizionamento internazionale grazie a BpS Suisse e ai nostri sportelli e desk all’estero sempre a supporto delle imprese clienti che operano nei mercati globali. Siamo orgogliosi di servire 950mila clienti di cui 250mila imprese e 1.600 enti. Numeri che attestano nel concreto cosa intendiamo quando poniamo in evidenza il nostro ruolo di partner strategico dei territori. Contiamo su 3.700 dipendenti e 137mila azionisti che da sempre condividono la nostra visione di crescita e di successo e grazie alla nostra rete di prodotti e partnership possiamo fornire soluzioni all’avanguardia che accrescono il valore del gruppo». Ma, al di là di questo, il vero punto di forza su cui Pedranzini ha insistito è la cultura aziendale basata sul radicamento nelle aree chiave per l’economia del Paese, sull’elevata qualità nella relazione con la clientela e sull’etica aziendale fortemente condivisa dai dipendenti. «Al centro del nostro dna – ancora Pedranzini – c’è da sempre una missione di servizio verso la clientela. Chi si rivolge a noi sa di trovare una banca di cui ci si può fidare. In un contesto in cui sempre più la relazione tra banca e cliente diventa standardizzata e spersonalizzata riteniamo che questo sia un elemento distintivo da proteggere. Siamo anche una banca con un forte senso di appartenenza, un attaccamento alla maglia senza pari. Costruiamo la nostra forza su una squadra di dipendenti coesa che condivide obiettivi, principi e un approccio imprenditoriale. La nostra è una storia di successo grazie a un management capace di ottenere risultati migliori di quelle delle più rosee previsioni degli analisti. Abbiamo creato valore sempre in maniera crescente senza snaturarci. E su quella strada di successo intendiamo proseguire anche nei prossimi tre anni secondo il “nostro modo”».

«Fare meglio ciò che già facciamo. Non con modalità esotiche, ma attraverso una crescita coerente e in armonia con le esigenze della nostra clientela».

È stato il direttore finanziario Massimo Perona ad introdurre così mercoledì mattina i dati del nuovo piano industriale 2025-2027 della Banca popolare di Sondrio. Un piano che avrebbe dovuto essere presentato il 26 febbraio e che è stato ricalibrato dopo la presentazione dell’Ops da parte di Bper banca, ribadendo con forza la volontà di proseguire secondo la logica stand alone che finora ha portato l’istituto di credito di piazza Garibaldi a risultati oltre le più rosee previsioni degli analisti. Gli obiettivi per i prossimi tre anni sono ambiziosi seppure il Piano si fondi su uno scenario 2025-2027 prudente che assume la normalizzazione dei tassi e livelli di inflazione e crescita contenute, fattorizzando in modo conservativo gli attesi headwinds regolamentari.

La Popolare punta a creare valore sostenibile con un utile netto cumulato di circa 1,8 miliardi di euro nel triennio. Nel 2027, l’utile netto è previsto a 583 milioni di euro, mantenendo i livelli record del 2024, nonostante il calo atteso dei tassi di interesse. Il ritorno sul capitale (ROE) rimarrà sopra il 14%. Inoltre, l’istituto di piazza Garibaldi prevede di distribuire circa 1,5 miliardi di euro di dividendi nel triennio, raddoppiando quanto distribuito negli ultimi tre anni. Il payout ratio salirà all’85% già dal 2025, rispetto al 63% del 2024, senza compromettere la solidità patrimoniale, con un CET1 ratio superiore al 14% al 2027. La redditività core rimarrà stabile a 1,5 miliardi di euro nel 2027. Il margine di interesse si attesterà a 1 miliardo di euro, in linea con il 2024, mentre le commissioni nette cresceranno fino a 505 milioni di euro, con un tasso annuo composto del 5,1%, grazie all’aumento della raccolta indiretta. Il calo dei tassi sarà bilanciato da crediti netti alla clientela in aumento a 38,6 miliardi (con un cagr del 3,3% e una crescita superiore rispetto al mercato) e da uno sprint dei volumi di risparmio gestito e assicurativo a 14,4 miliardi (+11%) e dei premi assicurativi che aumenteranno con un CAGR del 19%. La banca manterrà un CET1 ratio del 14,4% al 2027, garantendo una politica di dividendi sostenibile.

Gli indicatori di liquidità (LCR e NSFR) resteranno stabili e in miglioramento rispetto al 2024. Il costo del rischio scenderà a 38 punti base nel 2027, contro i 53 del 2024. Il tasso di crediti deteriorati (NPL) lordo calerà al 2,6%, mentre quello netto si manterrà all’1,1%. Infine, Il piano prevede oltre 400 milioni di euro di investimenti per modernizzare l’infrastruttura tecnologica, con l’obiettivo di ridurre il cost/income ratio al 42% entro il 2027. Sono previsti circa 2,4 miliardi di euro in nuovi finanziamenti a impatto ambientale e sociale, oltre a un miliardo di euro di emissioni obbligazionarie green e sostenibili. La banca continuerà a sviluppare prodotti e servizi ESG per supportare la transizione sostenibile. «Sono obiettivi ambiziosi ma credibili – ha detto Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale della Popolare di Sondrio – perché il Piano è frutto di una storia della banca e di un’impostazione strutturale che ha sempre puntato sul medio-lungo termine».

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